Che cos’è la comunicazione assertiva
Ti è mai capitato di non dire qualcosa che ti dava fastidio per evitare uno scontro, salvo poi accumulare frustrazione e scoppiare nel momento peggiore?
Oppure hai detto quello che pensavi, ma con un tono sbagliato, finendo per rovinare il dialogo e magari anche il rapporto?
Se ti riconosci in una di queste situazioni, sappi che è del tutto normale. Succede quando mancano strumenti efficaci per comunicare.
Per comunicazione efficace, però, non si intende “essere sempre gentili” o “dire tutto senza filtri”, ma riuscire a esprimere il proprio punto di vista con chiarezza e rispetto, anche nei momenti difficili.
È qui che entra in gioco la comunicazione assertiva: un approccio che ti aiuta a dire ciò che pensi senza ferire, e ad ascoltare l’altro senza annullarti.
Comunicazione assertiva: significato e caratteristiche
La comunicazione assertiva è la capacità di esprimere in modo diretto, onesto e rispettoso i propri pensieri, bisogni ed emozioni.
Non si tratta solo di trovare le parole giuste: è un atteggiamento mentale che unisce autenticità, autocontrollo e consapevolezza relazionale.
Chi comunica in modo assertivo:
Esprime ciò che pensa senza aggredire né sottomettersi.
È capace di dire “no” senza sensi di colpa.
Si assume la responsabilità delle proprie emozioni e richieste.
Riesce a far valere il proprio punto di vista senza sminuire quello degli altri.
In pratica, significa parlare con fermezza ma senza rigidità. È uno stile comunicativo che crea spazi di confronto, non di scontro.
Assertività, aggressività e passività: le differenze
Per capire davvero cos’è la comunicazione assertiva, è utile confrontarla con gli altri due stili comunicativi più diffusi: la passività e l’aggressività.
1. Comunicazione passiva
Tono: incerto, vago
Obiettivo implicito: evitare il conflitto
Effetto sulle relazioni: genera frustrazione e fa sentire invisibili
Chi comunica in modo passivo tende a dire “sì” quando vorrebbe dire “no”, a non esprimere i propri bisogni e a mettere costantemente gli altri al primo posto per paura del giudizio o del rifiuto.
2. Comunicazione aggressiva
Tono: dominante, invadente
Obiettivo implicito: imporsi sull’altro
Effetto sulle relazioni: crea tensioni, distanza, risentimento
L’aggressività si manifesta quando si comunica con rabbia, si interrompe, si alza la voce o si impone la propria opinione senza ascoltare davvero l’altro.
3. Comunicazione assertiva
Tono: calmo, chiaro, fermo
Obiettivo implicito: essere sinceri e rispettosi
Effetto sulle relazioni: favorisce fiducia, apertura e collaborazione
Essere assertivi significa trovare un equilibrio tra silenzio e prepotenza: si dà valore al proprio punto di vista senza calpestare quello degli altri.
Le origini della comunicazione assertiva
Il concetto di comunicazione assertiva nasce negli anni Cinquanta con lo psicologo Andrew Salter, pioniere nello studio dell’espressione emotiva autentica come alternativa alla repressione passiva.
Successivamente, lo psicologo Joseph Wolpe ne sviluppa l’applicazione terapeutica, usandola per aiutare le persone a superare stati d’ansia e insicurezza sociale.
Negli anni Settanta, autori come Manuel J. Smith con Quando dico no mi sento in colpa, e Robert Alberti con Your Perfect Right, contribuiscono a renderla una competenza accessibile al grande pubblico.
Da quel momento, l’assertività entra a far parte delle soft skill fondamentali in ambiti come psicoterapia, leadership, formazione e comunicazione interpersonale.
Un altro modello spesso affiancato, ma da non confondere con l’assertività, è la Comunicazione Nonviolenta (CNV), ideata da Marshall Rosenberg.
La CNV si basa su empatia profonda e riconoscimento dei bisogni reciproci, ed è uno strumento più ampio e strutturato, con un approccio diverso ma complementare.
Comunicazione assertiva e comunicazione non violenta: due approcci diversi, uno stesso obiettivo
Comunicazione assertiva e comunicazione non violenta vengono spesso nominate insieme, e non è un caso: entrambe nascono con l’obiettivo di migliorare le relazioni, ridurre i conflitti e favorire un dialogo più consapevole. Ma i due approcci si basano su principi e metodi molto diversi.
La comunicazione assertiva è focalizzata sull’equilibrio tra affermazione di sé e rispetto per l’altro.
Ti aiuta a esprimerti con chiarezza, a difendere i tuoi confini e a dire quello che pensi senza aggredire e senza cedere.
È uno strumento diretto, concreto, utile nella vita quotidiana e nei contesti professionali in cui è necessario essere chiari, rapidi e coerenti.
La comunicazione non violenta (CNV), invece, è un modello strutturato ideato da Marshall Rosenberg.
Si basa su quattro fasi: osservare i fatti senza giudicare, riconoscere le emozioni, identificare i bisogni alla base di quelle emozioni, e formulare richieste concrete.
Il suo scopo non è solo farsi capire, ma creare connessione empatica tra le persone, anche in contesti di forte conflitto o rottura relazionale.
In sintesi:
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La comunicazione assertiva è più diretta e pragmatica.
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La comunicazione non violenta è più profonda e trasformativa, ma anche più complessa da applicare in modo immediato.
Non si escludono a vicenda.
Anzi, possono funzionare insieme.
L’assertività ti insegna a non rinunciare a te stesso quando comunichi.
La CNV ti insegna a non perdere l’altro di vista, neanche nei momenti di attrito.
Usarle in modo complementare significa riuscire a parlare con forza senza creare distanza, e ad ascoltare con apertura senza perdere lucidità.
Perché comunicare in modo assertivo migliora le relazioni
Comunicare in modo assertivo non cambia solo le parole che usi: cambia il modo in cui stai nelle relazioni — con gli altri, ma prima ancora con te stesso.
Quando impari a essere assertivo, succede qualcosa di concreto:
smetti di sacrificare ciò che pensi per compiacere,
smetti di alzare la voce per farti sentire,
inizi a parlare chiaro, con rispetto e senza paura.
Ecco cosa ti permette di fare la comunicazione assertiva:
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Dire quello che pensi senza sentirti in colpa.
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Difendere i tuoi confini senza bisogno di giustificarti.
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Gestire i conflitti senza chiuderti né attaccare.
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Migliorare i rapporti sul lavoro, in famiglia, in coppia, con gli amici.
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Trovare un equilibrio reale tra ascolto, chiarezza e rispetto reciproco.
Man mano che sviluppi assertività, cambia anche la tua presenza: diventi più stabile, più lucido, più coerente.
E questo ha un effetto diretto sulle tue relazioni.
Chi ti circonda inizia ad ascoltarti con più attenzione, a rispettare i tuoi tempi, a rispondere con maggiore apertura.
Perché quando tu cambi modo di comunicare, anche il contesto intorno a te si trasforma.
Diventare assertivi non è questione di carattere. È una scelta (e si può imparare)
C’è un equivoco diffuso: che l’assertività sia una dote innata, una questione di personalità.
“Non fa per me”, “non sono fatto così”, “sono troppo timido”, “sono troppo diretto” — tutte scuse che nascono da un malinteso.
L’assertività non è un tratto del carattere. È una competenza relazionale.
Si può apprendere, praticare, allenare.
Non serve trasformarsi in qualcun altro. Serve imparare a riconoscere le proprie reazioni e a scegliere consapevolmente come rispondere invece di reagire.
Puoi cominciare da piccoli passi:
dire un “no” quando preferiresti dire “sì” solo per evitare un disagio;
esprimere un’opinione senza minimizzarla con frasi come “scusa se lo dico”;
chiedere qualcosa con chiarezza, senza giri di parole né sensi di colpa.
Ogni volta che scegli di comunicare in modo assertivo, stai costruendo relazioni più sane, più autentiche, più stabili.
Perché l’assertività non si improvvisa (e perché funziona davvero)
Essere assertivi non significa avere sempre la risposta pronta o sapere esattamente cosa dire in ogni situazione.
Significa, piuttosto, sviluppare la capacità di stare nel dialogo con lucidità, anche quando il contesto è complesso o carico di tensione.
Non è questione di bravura retorica, ma di presenza mentale.
Chi comunica in modo assertivo non cerca di vincere la conversazione, ma di farla funzionare.
Riconosce le proprie emozioni senza farsene travolgere, dà spazio all’altro senza annullarsi, e sceglie le parole con cura, non per manipolare, ma per costruire.
La forza dell’assertività sta nel fatto che non ti costringe a cambiare personalità, ma ti aiuta a portare te stesso — con chiarezza, rispetto e coerenza — dentro ogni relazione.
Ed è proprio questa coerenza a renderti più credibile, più ascoltato, più rispettato.
Non serve alzare la voce per farsi sentire.
Serve essere chiari, senza perdere la testa.
Serve saper dire “no” senza scuse, “sì” senza forzature, “non mi va” senza colpe.
E questo — anche se non sembra — si impara.
Come si applica davvero l’assertività: la tecnica DESC
Quando hai qualcosa di delicato da dire, l’istinto spesso ti porta a due estremi: evitare il confronto o dire tutto di getto.
La tecnica DESC ti offre una via di mezzo concreta. È uno schema semplice ma efficace per esprimere un bisogno o un disagio in modo chiaro, fermo e rispettoso.
Ecco come funziona:
D – Descrivi i fatti (senza giudizi)
Esponi cosa è successo, in modo oggettivo.
“Durante le ultime riunioni, hai iniziato a parlare mentre stavo ancora intervenendo.”E – Esprimi come ti fa sentire
Fai riferimento al tuo vissuto, non all’errore dell’altro.
“Mi sono sentito ignorato e poco considerato.”S – Specifica cosa vorresti accadesse
Fai una richiesta concreta, non un’accusa.
“Vorrei che aspettassi la fine del mio intervento prima di parlare.”C – Comunica l’effetto positivo del cambiamento
Mostra i benefici di una nuova dinamica.
“In questo modo possiamo gestire meglio i turni di parola e lavorare con più chiarezza.”
DESC è utile sul lavoro, ma funziona ovunque. Ti obbliga a riflettere, a non sparare a caso, e ti mette in una posizione forte senza diventare aggressivo.
Frasi assertive da usare nella vita reale
In coppia
“Quando sparisci per ore senza farmi sapere nulla, mi sento escluso. Mi aiuterebbe sapere che sei occupato, anche solo con un messaggio veloce.”
Sul lavoro
“Quando modifichi il mio lavoro senza dirmelo, ho la sensazione che non ci sia fiducia. Preferirei confrontarci prima di fare cambiamenti.”
Con un amico
“Quando cancelli all’ultimo minuto, mi disorganizzo. Capisco che ci siano imprevisti, ma apprezzerei un avviso appena possibile.”
In famiglia
“Quando fai battute su di me davanti agli altri, mi sento a disagio. Preferirei che certe cose le discutessimo in privato.”
Queste frasi non sono formule magiche. Ma sono un punto di partenza.
Perché l’assertività non è perfezione: è pratica, chiarezza, coraggio quotidiano.
Frasi assertive che funzionano nella realtà vera
In coppia
“Quando non ricevo tue notizie per ore senza sapere il motivo, mi preoccupo e mi viene da pensare che sto dando più peso io alla relazione. Non ti sto chiedendo di rispondere sempre, ma di farmi capire cosa posso aspettarmi da te in quei momenti.”
Perché funziona: non chiede “un messaggino”, ma chiarezza sul patto implicito. Porta la questione sul piano della reciprocità, non del bisogno.
Sul lavoro
“Quando modifichi il mio lavoro senza avvisarmi o spiegarmi perché, mi sembra che quello che faccio valga meno. Se ci sono correzioni da fare, preferisco parlarne prima: così possiamo trovare soluzioni insieme, senza perdere tempo né fiducia.”
Perché funziona: non accusa, ma collega direttamente il comportamento all’impatto pratico e professionale. Coinvolge l’altro nella responsabilità.
Con un amico
“Quando mi disdici all’ultimo momento, anche se so che non lo fai apposta, mi crea difficoltà a fidarmi sull’organizzare qualcosa insieme. Se capita, ok, ma se diventa la norma, mi tocca rivedere le priorità anch’io.”
Perché funziona: riconosce il margine di tolleranza, ma non normalizza l’atteggiamento. Fa capire che anche la disponibilità ha un limite.
In famiglia
“Quando fai commenti su di me davanti agli altri, anche se scherzosi, spesso mi sento ridicolizzato più che compreso. Se hai qualcosa da dirmi, mi sta bene parlarne, ma non in pubblico e non con quel tono.”
Perché funziona: non contesta solo cosa è stato detto, ma come e dove. Sposta il tema sul rispetto, non sul contenuto.
L’assertività non è un’abilità sociale. È un modo di stare al mondo.
Puoi leggere libri, guardare video, seguire corsi. Ma finché non inizi a parlare in modo diverso, nulla cambia davvero.
Essere assertivi non è aggiustare il tono.
Non è trovare “la frase giusta”.
È assumerti la responsabilità di come ti esprimi e di cosa tolleri, ogni volta che apri bocca o stai zitto.
È smettere di compiacere o controllare, e iniziare a comunicare con rispetto e intenzione, senza perdere te stesso.
Puoi continuare a evitare il confronto, a dire “non importa”, a ridere per non rispondere.
Oppure puoi iniziare a farti ascoltare sul serio.
Non perché alzi la voce, ma perché dici qualcosa che conta.
Con calma. Con chiarezza. Con coraggio.
E da lì, cambiano le relazioni.
Cambia il modo in cui ti guardi.
Cambia tutto.
Domande frequenti sulla comunicazione assertiva
Cos’è la comunicazione assertiva in parole semplici?
È la capacità di esprimere quello che pensi, senti o vuoi in modo chiaro e diretto, senza aggredire e senza sottometterti. L’assertività ti permette di comunicare con rispetto, ma senza perdere la tua posizione.
Qual è la differenza tra comunicazione assertiva e aggressiva?
L’assertività rispetta sia te stesso che l’altro. L’aggressività, invece, impone il proprio punto di vista, spesso calpestando quello altrui.
Assertivo significa “mi esprimo con fermezza”; aggressivo significa “ti schiaccio per farmi valere”.
Come posso diventare più assertivo?
Allenandoti ogni giorno. Parti da piccoli gesti: impara a dire “no” senza giustificarti, esprimi le tue opinioni anche quando non sono comode, scegli le parole con intenzione, non per evitare il conflitto ma per gestirlo in modo più intelligente.
La comunicazione assertiva funziona anche al lavoro?
Sì, ed è fondamentale. Ti aiuta a difendere i tuoi limiti, a chiedere con chiarezza, a gestire i conflitti e a farti rispettare senza dover diventare aggressivo o passivo. È una skill chiave nella leadership, nella collaborazione e nel feedback.
Comunicazione assertiva e comunicazione non violenta sono la stessa cosa?
No, sono approcci diversi.
La comunicazione assertiva è più diretta e pragmatica, utile nella vita quotidiana.
La comunicazione non violenta (CNV) è più empatica e profonda, e richiede un lavoro interno su emozioni e bisogni.
Possono però integrarsi in modo molto efficace.